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giovedì 23 luglio 2015

Il libretto d'impianto e la bufala della “tassa sul condizionatore”

Un articolo di Libero oggi ha messo in allarme il web. La notizia è che sarebbe in vigore “l'imposta sul condizionatore, ennesima batosta che si abbatte sui portafogli dei contribuenti”. Ci si riferisce al libretto d'impianto e ai controlli sull'efficienza, obbligatori da giugno 2014, ma solo per impianti sopra ai 12 kW. Facciamo un po' di chiarezza.

Un articolo di Libero oggi ha messo in allarme il web: sarebbe in vigore “l'imposta sul condizionatore, ennesima batosta che si abbatte sui portafogli dei contribuenti”. Un provvedimento che secondo il quotidiano sarebbe stato “emanato dal governo Renzi alla fine di giugno di quest'anno”. La spesa per gli sfortunati possessori di condizionatori sarebbe di “200 euro, che salgono a 300 se i condizionatori in casa sono più di uno”. Si tratta di una mezza bufala: non c'è nessuna “tassa sul condizionatore”, tanto meno imposta dal Governo Renzi. Vediamo di fare chiarezza.
La scheggia di verità su cui Libero ha costruito la leggenda della “tassa” è che da giugno, ma da giugno 2014, in seguito al decreto 10 febbraio 2014 (vedi allegati in basso) anche i condizionatori devono dotarsi di un libretto d'impianto come quello delle caldaie. Si tratta di un'estensione di quanto previsto dal DL 192/2005 (Governo Berlusconi II) che aveva istituto il “libretto d’impianto” per le caldaie, un obbligo che sia per le caldaie che per condizionatori, deriva dal recepimento di normative europee la 2002/91/CE e la 2010/31/UE.
Dove sta la “tassa” di cui si parla? Innanzitutto tranquillizziamo il lettore sul fatto che chi ha un condizionatore di potenza inferiore ai 12 kW (40.955 Btu – una potenza solitamente destinata a raffrescare ambienti molto grandi, sopra i 130 mq) non deve pagare nulla.
I 200-300 euro di cui parla Libero dovrebbero, infatti, essere (immaginiamo) la cifra che un tecnico abilitato può chiedere per i controlli obbligatori sull'efficienza. Questi vanno effettuati periodicamente - ogni 4 anni salvo diverse disposizioni regionali - e riportati sul libretto, mentre questo viene compilato per la prima volta dall'installatore; se l'installazione è avvenuta prima dell'entrata in vigore (1 giugno 2014) può essere scaricato da internet dal sito del MiSE e compilato anche dall'utente con i dati dell'apparecchio, dunque non comporta nessuna spesa.
In alcune regioni, tra cui la Lombardia, solo gli impianti di raffrescamento di potenza superiore ai 12 kW devono avere il libretto, mentre per quel che riguarda il “bollino”, ossia il controllo periodico sull'efficienza energetica, gli impianti sotto  quella soglia sono esonerati in tutta Italia.
Esonerati sono anche “gli impianti termici alimentati esclusivamente con fonti rinnovabili di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, ferma restando la compilazione del libretto”: sembrerebbe il caso sia di un impianto di solar cooling che di un condizionatore alimentato dal fotovoltaico.
Dunque un'eventuale “batosta”, come quella paventata da Libero, riguarderebbe solo chi ha un impianto di raffrescamento decisamente potente (sopra i 12 kW) da bollinare: anche in quel caso però la cifra di 200-300 euro sembra eccessiva, come ci spiega Stefano Casandrini di Assotermica: “la certificazione del condizionatore può essere fatta anche dallo stesso tecnico abilitato che certifica la caldaia, anche se condizionatore e caldaia sono di marche diverse; e 200 euro mi sembra una richiesta decisamente eccessiva, verosimilmente si spenderà molto meno”.
Aggiornamento ore 18: in seguito al polverone alzato dall'allarme di Libero anche il MiSE interviene a chiarire la situazione. "La maggior parte dei condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW", precisa il Ministero dello Sviluppo economico in una nota con oggetto "Nessuna tassa sui condizionatori delle abitazioni"  intervenendo "in merito a notizie pubblicate su organi di stampa".
Il Dicastero comunica altresì "che l'Italia ha introdotto, al fine di adeguarsi alle direttive europee,  prescrizioni per il miglioramento dell'efficienza energetica nel condizionamento per tutelare l'ecosistema e favorire risparmio economico e competitività. Quanto a  impianti di maggior potenza installati presso gli esercizi commerciali, occorre evidenziare che a fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza,  la riduzione dei consumi per il miglioramento dell'efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica."

Da Qualenergia.it

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