Himalayan Undyed è una collezione di tappeti dal design contemporaneo, prodotti in Nepal
con una lavorazione antica, nel rispetto della tradizione e con una
gestione totalmente ecologica e naturale, per offrire la possibilità di
apprezzare la bellezza della vera lana.
Bartoli Design, ispirandosi alla natura e alla tradizione culturale di questi luoghi, ha disegnato per Nodus Rug Terai, Lhotse, Annapurna e Wangden, quattro modelli caratterizzati da segni che richiamano la terra, la sabbia, le rocce, gli usi e i costumi delle montagne himalaiane.
La storia degli Himalayan Undyed inizia dunque sugli
altipiani tibetani e nepalesi, a 5.000 metri, dove le greggi vengono
allevate in libertà da nomadi che si spostano di luogo in luogo, tra
ampie alture, senza esaurire le risorse dei terreni, il cibo principale
degli ovini, ovvero carice a altri cespugli.
La
razza di pecore tipica di questi altipiani produce un vello folto,
resistente, con fibra molto lunga, ricco di lanolina e di lipidi. Una
lana soffice, che non richiede ammorbidenti; un prodotto naturale al 100% che non necessita di spray antiparassitari, ormoni, pesticidi sintetici e ingegneria genetica.
Tutti i tappeti Himalayan Undyed sono realizzati nei colori naturali delle pecore tibetane con le loro sfumature che variano dal bianco crema ai marroni fino quasi al nero.
Per tutte queste ragioni, la collezione di tappeti dura a lungo e mantiene intatta nel tempo la propria bellezza.
Come spiega Bartoli Design: “Questa
è stata un’esperienza completa di progettazione, nella quale l’essenza
del progetto nasce dall’essenza del materiale ed il concept iniziale si è
totalmente identificato nel prodotto finito. Sedersi o sdraiarsi su questa lana fa apprezzare pienamente la sua naturalezza, si può sentire il suo profumo”.
Terai: le
gradazioni di colore della lana naturale himalaiana, dall’avorio al
marrone intenso, rimandano alle tonalità delle terre. Il pelo degli
animali si colora in profondità anche dei pigmenti che si trovano nel
terreno.
“In
questo progetto abbiamo lavorato sull’affinità delle lane “undyed” con
la terra e i suoi colori. La lana cardata e tagliata che compone la
superficie del tappeto ha la texture della terra smossa. Le linee del
terreno coltivato, arato, le ombre create dalla terra hanno ispirato
l’idea. La personalità della lana emerge nelle texture e nei rilievi
pronunciati”.
Lhotse:
il nodo tibetano con alternanza di bouclè e di nodo tagliato a velluto,
creano una composizione decorativa che interpreta la geometria delle
fratture di un terreno roccioso. Il disegno su lane monocolore di
diversa altezza produce un gioco di luci ed ombre. Il perimetro del
tappeto, ad esagono irregolare o trapeziodale, rafforza il disegno
interno e si ispira alle sagome a trapezio dei tradizionali tappeti
tibetani usati per coprire le selle in cuoio.
Annapurna: le
delicate sfumature delle lane himalaiane sono interpretate con un
pattern che richiama il terreno arido e i detriti rocciosi della catena
himalaiana. Tre toni di colore riempiono i diversi campi a forma di
parallelogramma.
Wangden: sono
tappeti da seduta e meditazione usati nei monasteri tibetani,
caratterizzati da una folta frangia sui quattro lati che esalta la
morbidezza delle lane. Sia la forma quadrata, sia quella allungata sono
state interpretate con un disegno a linee ondulate che sottolinea il
movimento fluido delle frange e il concetto di unione tra lati
contrapposti.
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