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martedì 13 gennaio 2015

Che cosa c’è di nuovo nel mondo del marmo? I nuovi confini dell’interior design


Marmo, tradizione, innovazione tecnica: la collezione Opus raccontata da un'azienda all’avanguardia, Lithos Design, e da un designer, Raffaello Galiotto, che ha messo al centro della sua ricerca l'amore per la pietra naturale


Lithos Design intende il rivestimento in marmo come innovativo elemento decorativo e strumento per architetti e professionisti per lo studio degli interior design, sia in ambienti domestici sia contract.

 

In quest’ottica, l’azienda quest’anno fa un ulteriore passo in avanti e introduce sul mercato la collezione Opus, cinque modelli che si dipanano in dodici diverse palette di colore rivisitando l’antica arte dell’intarsio, e rendendolo contemporaneo e più  facilmente fruibile.



Opus è la perfetta sintesi  tra passato e contemporaneità. Se l’intarsio tradizionale è un’opera artistica unica

Raffaello Galiotto

realizzata su misura, Opus, al contrario, è un intarsio pronto all’uso: con la sua ingegnosa formula modulare, risolve a priori le difficoltà di dimensionamento, disegno, accostamento colori, scelta materiali, trasporto e posa che da sempre hanno reso complicato questo tipo di applicazione.



Qual è la differenza tra un intarsio classico e Opus? 

Raffaello Galiotto, designer: L’intarsio classico è un disegno riprodotto in marmi policromi, ricercando i colori e i materiali più adatti al singolo bozzetto, intagliandone le parti e scartando i pezzi superflui.

L’intarsio industriale contemporaneo è una reinterpretazione di tecnica e resa dell’intarsio classico, riproposto con disegni riprodotti in continuità e che riprendono concetti e linguaggi grafici. Opus mantiene l’alto valore estetico e simbolico della materia naturale con in più una freschezza contemporanea che rivaluta in chiave odierna l’antica tecnica.



Qual è la portata rivoluzionaria del progetto? 

RG: Lavorare con concetti grafici alla base della collezione Opus significa poter studiare anche un processo produttivo eccellente che coinvolge temi come la limitazione dello scarto, l’economia di processo e l’ottimizzazione della posa. Da un punto di vistaoperativo l’intarsio industriale è un prodotto già risolto su un piano di cromaticità, di scelta dei materiali, di soluzioni tecniche e agevola l’acquirente che può vedere a priori il risultato finale.   


Alberto Bevilacqua

Alberto Bevilacqua, CEO Lithos Design: Immaginate di voler creare una superficie di design esclusiva, contemporanea e di facile impiego ma liberamente ispirata ai grandi esempi dell’architettura antica, diciamo ad esempio al pavimento della Basilica di S. Marco a Venezia… e che ne possegga peraltro lo stesso valore intrinseco, se non storico. Ecco, Opus è questo.



Quali difficoltà tecnico-produttive si sono dovute superare per Opus?

RG: La difficoltà più grande è stata mettere a punto un processo industriale che portasse alla produzione in serie di un prodotto di altissima qualità come Opus.

Con la consapevolezza della capacità e dei limiti delle macchine che lavorano il marmo (il taglio a fresa a controllo numerico, il taglio a water jet e il taglio a disco diamantato) è stato creato un percorso produttivo diverso per ognuno dei cinque modelli che compongono la collezione Opus: come si taglia, come si accosta, come si incolla, come si fa la finitura. Il modulo 60 X 60 cm è facilmente posabile ed è fornito completamente finito.


Utilizzare 25 diversi colori e marmi significa fare un viaggio intorno al mondo: come si articola la fornitura per la collezione Opus?

AB: Abbiamo la fortuna di vivere in Italia, un’area che nell’ambito  della pietra e della sua lavorazione non ha, per cultura, tradizione, esperienza, know-how ed indotto, paragoni al mondo. Un crocevia di materiali lapidei che dà la possibilità di selezionare e reperire in maniera veloce e qualitativa qualsiasi materiale cavato nel mondo, giovando della profonda conoscenza di persone che hanno dedicato la vita al lavoro di ricerca di nuove cave e materiali. In questo humus di conoscenze, lo spirito imprenditoriale trova terreno fertile per ottimizzare le procedure di reperimento, stoccaggio e controllo qualità che sono alla base della proposta Opus, fondata su quella ripetibilità di prodotto che caratterizza il vero design industriale.



La collezione Opus introduce nella vostra produzione una nuova dimensione, quella del colore. Da dove è nata l'idea?

RG: Amo la pietra in tutte le sue complessità e la pietra ha insiti due aspetti: quello scultoreo e quello pittorico. Nel passato ho affrontato molto la parte scultorea e meno quella pittorica anche se mi ha sempre molto affascinato:. nel  2013  proprio con Lithos Design abbiamo realizzato uno studio sui colori e le rese cromatiche del marmo con risultati sorprendenti (Opus Motus video). Perché il marmo non è solo bianco ma una miriade di miscellanee di  colori.

AB: Nello sviluppo di tutte le nostre collezioni, la spinta innovatrice e determinante è la necessità aziendale di innovare, in un processo continuo che non risponde a dogmi imposti ma che trova nel realizzare qualcosa di diverso e bello il proprio scopo. La grande varietà di colori è una delle caratteristiche del materiale che lavoriamo, ed è quella che ci sentivamo pronti a indagare e approfondire.


Lithos Design introduce per la prima volta anche i pavimenti…

RG: La naturale conseguenza dello sviluppare un rivestimento con superficie liscia è la possibilità di espanderne l’utilizzo ai pavimenti, preclusa alle superfici tridimensionali che abbiamo finora proposto. Seppure il prodotto nelle due applicazioni rimanga tecnicamente il medesimo, la forte caratterizzazione derivante dall’uso dei colori e dalla particolarità dei pattern contribuisce a un effetto estetico con accenti differenti fra uso in piano e a parete, sfumature che donano personalità distinte alle due applicazioni.



Cinque modelli e dodici palette di colore, ognuno con caratteristiche diverse... Quale pattern preferisci?

RG: Mikado perché ha un concetto di tridimensionalità che esalta la resa estetica finale. I listelli colorati, infatti, si sovrappongono su uno sfondo monocolore. La sovrapposizione è ottenuta da un  processo produttivo studiato in modo da posare le prime listarelle che successivamente saranno fresate per creare l’intersezione dove verranno collocate le altre listarelle.

AB: Personalmente  sono stato messo KO dal Tangram Ginger e dal Mikado Cacao!

Tangram Ginger è una scelta di forte carattere, per chi non teme di osare. Mikado Cacao è un mix di energia ed eleganza, ha una resa tecnico-estetica eccezionale e risulta raffinatissimo.    


Quali sono le differenze che riscontrate nelle diverse aree geografiche in termini di gusto e di mercato?

AB: La rete vendita di Lithos Design ha un respiro globale: quando viene lanciata una nuova collezione, la sfida più grande è riuscire a proporre qualcosa che piaccia a tutte le latitudini. Lo sganciarsi da stilemi noti e la necessità di avere come mercato di riferimento il mondo, permette e costringe contemporaneamente a realizzare prodotti slegati da tradizioni locali o mode transitorie. La sensibilità dell’interior designer permette poi la contestualizzazione del prodotto in ambienti anche molto diversi tra loro, riconoscendone implicitamente la poliedricità e andando oltre una banale

globalizzazione del gusto estetico. Finora abbiamo lavorato in maniera egregia: i best      sellers di ogni collezione si riconfermano gli stessi in quasi tutti i mercati, con differenze  di preferenza soprattutto relativamente al colore di fondo del materiale o dei materiali utilizzati. Confidiamo che Opus segua lo stesso percorso.



Perché hai proposto il progetto Opus proprio a Lithos Design?

RG: Perché è un’azienda molto ricettiva che sa sperimentare anche in modo molto concettuale prima che commerciale, per questo certe collezioni riescono in qualche modo a stupire e ad anticipare le tendenze.



RG: Cosa ti spinge ad andare sempre “oltre” nella ricerca di ciò che la pietra può dare, può esperire di nuovo?

E’ un’esigenza, un’emozione intensa. La pietra ha molti aspetti nascosti, nuovi e affascinanti che possono essere svelati proprio grazie all’utilizzo dei moderni mezzi industriali.



Voi di Lithos Design, siete stati forse tra i primi a proporre il rivestimento in marmo di design con proposte spesso rivoluzionarie. Pensi che ormai il mercato sia maturo per iniziare a guardare a pavimenti e rivestimenti come elementi fondamentali dell’interior design e non solo “involucro silenzioso”?

AB: Credo che si siano fatti grossi passi avanti in questo senso. I progettisti e interior designer, con i quali il nostro ufficio tecnico si rapporta giornalmente, inseriscono le pareti e i divisori Lithos Design  pensandoli come elementi di decoro che possono vivere da soli, in sé caratterizzanti per il mood di qualsiasi ambiente.

E riguardo al marmo in generale, la materia possiede proprietà note che grazie al design, giorno dopo giorno, l’architettura e il design d’interni stanno riscoprendo, restituendola all’attualità come tendenza. Proprietà come la durevolezza, la salubrità, la capacità di invecchiare acquisendo anziché perdendo valore, o l’armonica bellezza di quell’irregolarità estetica perfettamente studiata, come un solo designer sa fare così bene: la Natura.  


Lithos Design è nata nel 2007 da un'intuizione imprenditoriale dei fratelli Alberto e Claudio Bevilacqua CEO dell’azienda, che hanno saputo sviluppare il business dell’azienda nel settore dei rivestimenti e pavimenti in pietra puntando su design, ricerca e investimenti tecnologici all’avanguardia

Fra le prime aziende ad introdurre il concetto di industrial design litico, Lithos Design è riconosciuta a livello internazionale per l’innovazione e la qualità dei propri prodotti  tipiche del Made in Italy.

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