Un articolo di Libero oggi ha messo in allarme il web: sarebbe in vigore “l'imposta sul condizionatore,
ennesima batosta che si abbatte sui portafogli dei contribuenti”. Un
provvedimento che secondo il quotidiano sarebbe stato “emanato dal
governo Renzi alla fine di giugno di quest'anno”. La spesa per gli
sfortunati possessori di condizionatori sarebbe di “200 euro, che
salgono a 300 se i condizionatori in casa sono più di uno”. Si tratta di
una mezza bufala: non c'è nessuna “tassa sul condizionatore”, tanto meno imposta dal Governo Renzi. Vediamo di fare chiarezza.
La scheggia di verità su cui Libero ha costruito la leggenda della “tassa” è che da giugno, ma da giugno 2014,
in seguito al decreto 10 febbraio 2014 (vedi allegati in basso) anche i
condizionatori devono dotarsi di un libretto d'impianto come quello
delle caldaie. Si tratta di un'estensione di quanto previsto dal DL
192/2005 (Governo Berlusconi II) che aveva istituto il “libretto d’impianto”
per le caldaie, un obbligo che sia per le caldaie che per
condizionatori, deriva dal recepimento di normative europee la
2002/91/CE e la 2010/31/UE.
Dove sta la “tassa” di cui si parla? Innanzitutto tranquillizziamo il lettore sul fatto che chi ha un condizionatore di potenza inferiore ai 12 kW (40.955 Btu – una potenza solitamente destinata a raffrescare ambienti molto grandi, sopra i 130 mq) non deve pagare nulla.
I
200-300 euro di cui parla Libero dovrebbero, infatti, essere
(immaginiamo) la cifra che un tecnico abilitato può chiedere per i controlli obbligatori sull'efficienza.
Questi vanno effettuati periodicamente - ogni 4 anni salvo diverse
disposizioni regionali - e riportati sul libretto, mentre questo viene
compilato per la prima volta dall'installatore; se l'installazione è
avvenuta prima dell'entrata in vigore (1 giugno 2014) può essere
scaricato da internet dal sito del MiSE e compilato anche dall'utente
con i dati dell'apparecchio, dunque non comporta nessuna spesa.
In
alcune regioni, tra cui la Lombardia, solo gli impianti di
raffrescamento di potenza superiore ai 12 kW devono avere il libretto,
mentre per quel che riguarda il “bollino”, ossia il controllo periodico
sull'efficienza energetica, gli impianti sotto quella soglia sono esonerati in tutta Italia.
Esonerati sono anche “gli impianti termici alimentati esclusivamente con fonti rinnovabili di
cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, ferma restando la
compilazione del libretto”: sembrerebbe il caso sia di un impianto di
solar cooling che di un condizionatore alimentato dal fotovoltaico.
Dunque
un'eventuale “batosta”, come quella paventata da Libero, riguarderebbe
solo chi ha un impianto di raffrescamento decisamente potente (sopra i
12 kW) da bollinare: anche in quel caso però la cifra di 200-300 euro sembra eccessiva,
come ci spiega Stefano Casandrini di Assotermica: “la certificazione
del condizionatore può essere fatta anche dallo stesso tecnico abilitato
che certifica la caldaia, anche se condizionatore e caldaia sono di
marche diverse; e 200 euro mi sembra una richiesta decisamente
eccessiva, verosimilmente si spenderà molto meno”.
Aggiornamento ore 18:
in seguito al polverone alzato dall'allarme di Libero anche il MiSE
interviene a chiarire la situazione. "La maggior parte dei
condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione
in quanto non supera la potenza di 12kW", precisa il Ministero dello
Sviluppo economico in una nota con oggetto "Nessuna tassa sui condizionatori delle abitazioni" intervenendo "in merito a notizie pubblicate su organi di stampa".
Il
Dicastero comunica altresì "che l'Italia ha introdotto, al fine di
adeguarsi alle direttive europee, prescrizioni per il miglioramento
dell'efficienza energetica nel condizionamento per tutelare l'ecosistema
e favorire risparmio economico e competitività. Quanto a impianti di
maggior potenza installati presso gli esercizi commerciali, occorre
evidenziare che a fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi
sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la
riduzione dei consumi per il miglioramento dell'efficienza comporta una
riduzione della spesa per la bolletta energetica."
Da
Qualenergia.it
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